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STORIA N.1 Mio figlio e la cocaina Mio figlio, di 25 anni, usa ormai correntemente quasi tutti i giorni la cocaina da almeno 2 anni. Malgrado ciò, non si definisce "drogato" e mi continua a ripetere che il suo non è un problema, perché solo se volesse, riuscirebbe a smettere anche subito. Io mi sto però accorgendo dall'esterno che ha invece difficoltà a controllarne l'uso e che ne continua ad abusare anche se ciò gli provoca delle conseguenze spiacevoli, tipo i suoi repentini cambiamenti di umore e i suoi attacchi aggressivi nei miei confronti (l'altro giorno mi ha addirittura picchiata). A questo punto non so veramente cosa fare. Fxxxxx di Axxxxxxx
STORIA N. 2 Sento che sto affondando sempre di più
In 20 anni ho fatto svariate psicoterapie, durate
anche 5 anni, che hanno portato sempre all'unico punto nodale, che è il mio non
accettare la mia sessualità, visto che sono gay.
In tutti questi anni hanno convissuto due cose
pregnanti nella mia vita: la depressione agitata, curata sempre con
antidepressivi (a mio avviso totalmente inefficaci) e l'abuso di un farmaco
ormai da 2 anni rimosso dalla vendita.
Poiché poche pillole bastavano a rimuovere
totalmente la depressione, non mi sarei mai allontanato dal suo uso, anche se
ho comunque messo in atto vari tentativi di smettere. Le smodate dosi di 60
pillole ogni 3 giorni, portavano sempre ad un'atroce astinenza psicologica (sopportabile
solo se trattenuto dalle catene) e ad una depressione psicologica. In tale
situazione rimpiangevo e ripensavo agli effetti gradevoli, anche se
allucinatori, del farmaco.
La sua sospensione, mi ha portato alla perdita del
lavoro e ad una sofferenza psicologica, a causa della quale, avrei venduto
l'anima al diavolo pur di riaverlo, se ciò fosse stato possibile...
Il mio psichiatra mi somministra attualmente i
soliti antidepressivi ed è dell'opinione che è inutile qualsiasi forma di
psicoterapia. Sento che sto affondando sempre di più.........
STORIA N.3 Quale sarà il mio futuro? Ho 33 anni, una figlia di 17 e uno di 3.Ho iniziato a star male intorno ai 18/19 anni e per 10 anni sono stata curata con farmaci e psicoterapia, purtroppo da un tale che è risultato non essere medico. Col passare degli anni la mia malattia si è aggravata progressivamente e per durata e per intensità, ho fatto uso di alcool e a 26 anni ho provato l'eroina, nel 96 ho iniziato un trattamento metadonico che ho interrotto scalando, pur col parere contrario del Sert, perché ero in cinta. Da quasi un anno sono di nuovo a trattamento metadonico (15 giornalieri), ma ho anche la terapia per la depressione. Sto comunque malissimo e ho anche ricominciato a tagliarmi, cosa che da molto tempo non facevo. Spesso mi chiedo...quale sarà il mio futuro?
STORIA N. 4 Scusate lo sfogo Ciao, sono una ragazza di 28 anni e da circa 10 anni convivo
con un problema di alcolismo che riguarda mia mamma. La storia è lunga ed i
sintomi si presentano in modo discontinuo, ma sono disperata, non so più a
chi rivolgermi e mi sento impotente dinanzi a questa malattia.Purtroppo la
diretta interessata rifiuta di riconoscere il problema, di conseguenza è
impossibile affrontarlo.Non accetterebbe mai di rivolgersi ad una
associazione, di sottoporsi ad esami clinici, o frequentare gli incontri di
gruppo. Forse è la sua cultura che glielo impedisce, ma non credo sia solo
questo...Ho sempre pensato che le cose col tempo si sarebbero risolte, ma non
è stato cosi. Con il passare degli anni è diventata più furba e gioca con
noi (me e mio padre), ci prende in giro; beve furtivamente, nasconde le
bottiglie di vino negli angoli più impensati della casa, non ha più cura
della sua persona e non si preoccupa più di nessuno. E' un'altra persona e
dopo tanto tempo, per me, è divenuto difficile cercare di farla ragionare.
Non ci sente, o forse non vuole sentire ciò che ho da dirle e suggerirle per
uscire da questo maledetto tunnel.Le litigate sono un fenomeno quotidiano a
cui si aggiungono insulti da entrambe le parti. Purtroppo io perdo la pazienza
quando mi accorgo che è ubriaca e la tratto male. Il giorno dopo lei finge di
non ricordare. E' una situazione tristissima che mi deprime e mi distoglie
dagli impegni universitari. Il mio chiodo fisso ormai è il seguente : cercare
le bottiglie! Non posso continuare così e nessuno , parenti compresi,
accettano questa realtà. Sono da sola e ciò che più mi fa male è il
non riuscire a risolvere la situazione.Scusate lo sfogo.
STORIA N.5 Papà preoccupato
Sono il papà di un ragazzo di 16 anni che da
circa due anni, fa uso di spinelli due o tre volta la settimana.
In casa, con lui, ne abbiamo sempre parlato,
all'inizio ci sono state delle litigate, degli appostamenti da parte mia per
vedere chi frequentava e con chi "spinellava", poi mia moglie ed io
ci siamo un po' rassegnati, anche perché ci tranquillizzava dicendoci che non
sarebbe mai passato ad altre droghe. Mio figlio è infatti Rasta e lo
spinello lo vive quasi come un fatto religioso, (cosi' dice.... ).
Sono anche preoccupato, perché mi accorgo che non
è felice, la scuola va male, non si impegna in nessuno sport, mi dice che non
è contento di vivere in questa societa' schifosa, materialista..........A
casa però parliamo spesso di tutto un po' e questo mi conforta.Sono convinto
che si sente in colpa perché sa che ci fa soffrire e quando la mamma ed io
brontoliamo, lui dice "è di nuovo per causa mia " e si chiude in se
stesso.Non so più cosa fare, ho paura che possa passare ad altre droghe.......
Abbiamo anche una figlia di 25 anni che non ha mai
dato nessuna preoccupazione, con la quale mio figlio va molto d'accordo.Vi
ringrazio infinitamente per aver ascoltato il mio sfogo, ma ho paura.....
STORIA N. 6
Come aiutarlo?
Ciao,sono una ragazza di 16 anni e vi scrivo per
il mio migliore amico.Sono infatti estremamente preoccupata per lui da un paio
di mesi a questa parte.Ora mi spiego meglio:tutto è cominciato quando,a
febbraio,siamo andati in settimana bianca con la scuola,e lì,tutti abbiamo
bevuto un po' e"fumato".Il punto è che una volta tornati a
casa,siamo tornati tutti alla vita abitudinaria,dove alcolici e spinelli non
sono all'ordine del giorno,logicamente! Ma per lui non è stato così....da
quella maledetta gita scolastica fuma quotidianamente 3/4 spinelli al giorno,è
nervosissimo se per un giorno non riesce a ottenere le sue 10,000 £ di
"fumo". La scorsa estate una persona a me molto cara ha rischiato di
morire di un infarto dovuto a questa sostanza che anche lei ha sempre fumato
abitualmente,ed è per questo che mi preoccupo tanto per il mio amico.Ho
provato a parlargliene e lui mi ha rassicurato dicendomi che per lui questo
"è solo un periodo"...ma non cominciano tutti così?E poi,come se
non bastasse,una nostra amica mi ha rivelato che lui le ha parlato del fatto
di voler provare un tipo di pasticche che prende una ragazza di nostra
conoscenza.Si dice che sono pasticche che vendono in farmacia,che aumentano le
potenzialità del 50% e che in genere vengono prescritte ai veri e propri
tossicodipendenti come sostitutivo per venirne fuori.
Ovviamente il mio amico si è ben guardato dal
dirlo a me,sapendo che ci sarei stata male,ma ora che lo so...non so proprio
cosa fare! Ho davvero paura e sto malissimo ogni volta che lo vedo
"fatto" dopo uno spinello.Non ce la faccio più a vedere la persona
a me più cara al mondo rovinarsi sotto ai miei occhi senza che io riesca a
fare qualcosa per aiutarlo...
STORIA N. 7 Ma io l'amo Ciao, sono una ragazza di 29 anni che è stata fidanzata per due anni con un ex-tossicodipendente che faceva uso di eroina. Quando ci siamo conosciuti aveva terminato da pochi mesi un programma di disintossicazione in due diverse comunità. Nella prima è stato un anno, e nella seconda una anno e mezzo circa, fino al reinserimento. Ci siamo lasciati da circa un anno e per circa otto mesi non ci siamo sentiti, né visti. Poi io l'ho richiamato per sapere come stava e abbiamo riiniziato a vederci, anche se non con costanza. Lui fa uso giornalmente di hashish e sporadicamente di cocaina, ritenendo il tutto un fase transitoria. Penso che non si sia disintossicato, che avrebbe dovuto continuare a seguire un gruppo di sostegno per gli anni successivi al suo reinserimento, ma io l'amo....
STORIA N. 8 La strada del vivere umano E' dal 1967 che ho rapporti con tossicodipendenti e lavoro per il loro recupero. E' triste dovere riscontrare che a 34 anni di distanza, la situazione generale è degenerata in maniera impressionante, non solo rapportandosi al numero dei tossicodipendenti, ma particolarmente rapportandosi al numero di chi ne fa un uso saltuario, il più delle volte nel fine settimana. Si sono fatte analisi, studi, ricerche sulla causa che porta il giovane o la persona (non sono solo giovani quelli che ne fanno uso) a fare uso di sostanze stupefacenti. L'opinione molto diffusa è che l'individuo cerchi la droga per un capriccio, come il bambino cerca la caramella o la cioccolata. Le cause che portano l'individuo a drogarsi hanno delle radici molto più profonde e più gravi: l'uomo non prova più la gioia di vivere, non ha più l'interesse per la vita, perché i veri valori umani non vengono più promossi e messi al centro dell'attenzione per la promozione di una vera convivenza sociale. Cosa pensare quando si sente inneggiare che l'unico reale valore per l'uomo è fare quattrini? Non parliamo poi dell'affettività umana. Analizziamo certe forme istituzionali del lavoro (i turni presso le aziende) molto spesso portano i membri della coppia a vivere lontani per lungo tempo o per un attimo al giorno senza la possibilità di potere avere una vita insieme se non raramente, favorendo per motivi di lavoro, la convivenza con altre persone che non sono parte della coppia. Se poi si analizza la presentazione di certi spettacoli dove si inneggia a forme di vita che non hanno niente di umano e di antropologicamente valido(una signora che si vanta in una trasmissione a livello nazionale che gli interessa il piacere del letto senza preoccuparsi se è a letto con un uomo o con una donna) è sconvolgente e psicologicamente devastante per un giovane che sta preparandosi a dare un senso alla sua vita. E che dire quando leggiamo sui giornali e sentiamo in televisione che un sacerdote, sostenuto addirittura da un vescovo, difende e promuove associazioni di gay. Non intendo in questa maniera criminalizzare una persona che, come esistono nel mondo vegetale ed animale realtà ermafrodite non è detto che sia da escludere che possa esistere anche un uomo ermafrodite. Però c'è grossa differenza tra il prendere atto di una realtà, rispettarla e tra il pubblicizzarla favorendo e magari dando una medaglia a chi si trova coinvolto in certe situazioni per capricci o piaceri personali. Ecco dove stanno le radici e le cause per le quali l'individuo ricorre alla droga: non riesce più a sopportare l'annientamento del suo essere antropologico. Così nasce la sofferenza, nasce il malessere interiore che ti spinge a prendere l'anestetico che ti annulla il dolore interiore. Riflettano seriamente i politici, su questa realtà che sta devastando in maniera impressionante la convivenza sociale. Non è un problema di destra o di sinistra, se così fosse sarebbe solo un problema di potere che darebbe origine solo a conflitti e lotte. E' il servizio al cittadino di cui l'uomo oggi ha bisogno, per scoprire e per scegliere con sicurezza la strada del suo vivere umano.
STORIA N. 9 Riuscirò a costruirmi una famiglia? Ho 29 anni e sono ormai 4 anni che uso eroina. Ho fatto vari tentativi per smettere, tutti da solo o con l'aiuto di amici e del SERT. Non sono mai andato in comunità soprattutto per il fatto che ho sempre lavorato e non ho mai potuto permettermi di lasciare il lavoro per entrare in comunità: questo non so se sia stato un bene.Dai miei non ho mai ricevuto aiuto, solo mio padre cerca a suo modo di starmi accanto, mia madre non mi rivolge più la parola e mio fratello è indifferente.Ultimamente mi sto rendendo conto che trovo sempre più difficile smettere di farmi: non riesco a stare neanche un giorno senza farmi, ma non perché sto male (bevo metadone), solo per una pulsione psichica irrefrenabile (quella che ti fa dire sempre "ma si ancora stavolta").Io mi sto preoccupando seriamente: non voglio mandare a monte i miei anni di studio e la laurea. Ho chiesto al SERT di inserirmi in qualche gruppo di auto-aiuto, ma sembrano temporeggiare, per non dire disinteressarsene: io ho bisogno di parlare del mio problema, e non ho mai occasione di parlarne con nessuno (non ho la ragazza in questo periodo). Spesso mi domando che cosa devo fare per risolvere il mio problema...riuscirò a fare una vita normale e a costruirmi una famiglia? Se vuoi continuare a leggere altre storie scegli uno dei seguenti collegamenti:-storie con le paure e le fobie -storie con gli attacchi di panico -storie con i disturbi alimentari -storie con le ossessioni e le compulsioni -storie con i disturbi sessuali -storie con i problemi di coppia -storie con la tossicodipendenza
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